In un mondo di barriere di plastica l’unica speranza sono le relazioni autentiche

In una recente intervista rilasciata a un’emittente televisiva campana ho parlato, a proposito dell’importanza di instaurare con il cliente una relazione basata sulla fiducia, di relazioni autentiche come unica speranza in un mondo di barriere di plexiglass. Visto il riscontro suscitato da questa affermazione, e le tante domande che ho ricevuto nei giorni scorsi, ho ritenuto doveroso commentarlo con un articolo e spiegare perché ho utilizzato questa frase e soprattutto il suo collegamento al marketing delle professioni, tema che approfondiamo su Appunti News.

Siamo entrati ormai nella nuova normalità, una fase della nostra storia che sarà probabilmente molto lunga e caratterizzata dal timore di possibili contagi. Pertanto, la maggior parte delle aziende, per limitare i contatti, hanno “innalzato” nelle proprie strutture barriere di plastica (vedi le iniziative di molti istituti bancari oppure di organizzazioni a contatto continuo con gli utenti), sia fisicamente che metaforicamente, se pensiamo al necessario distanziamento fisico e alla paura del contatto con l’altro. Tutto questo sta portando a un netto e inevitabile cambiamento delle abitudini di ciascuno di noi, come abbiamo già osservato nei mesi di lockdown. Ma soprattutto rischia di allontanare il cliente dall’azienda o dallo studio professionale, di non farne cogliere a pieno la vicinanza e l’impegno quotidiano. Fortunatamente, sono venute in nostro soccorso le nuove tecnologie, come le piattaforme di meeting, le stanze di Facebook, gli hangouts di Google, le room di Microsoft, ecc. Insomma, tutti strumenti utili che hanno ridotto ulteriormente le distanze e avvicinato le persone. “Il medium non è il messaggio” neanche in questo caso. Non saranno le tecnologie a farci consolidare una relazione di lavoro o acquisire un cliente (o meglio non solo), ma l’empatia e l’autenticità. Sono le relazioni basate sulla fiducia, sulla predisposizione all’ascolto, sulla comprensione e sulla sincerità a produrre un risultato positivo sulla nostra organizzazione. Mai come in questo momento storico, i valori stanno emergendo e con essi la capacità di imprenditori e professionisti di cambiare il loro modo di comunicare e approcciarsi con i clienti, facendo prevalere l’umanità sui numeri e la volontà di trasferire informazioni preziose e consigli sulla mera vendita di un servizio. Chi ha adottato questo atteggiamento avrà sicuramente dei benefici. La comunicazione in questo senso fa la differenza. Messaggi chiari, sintetici e comprensibili, attraverso strumenti con interfacce user friendly (come la piattaforma Mailchimp, tra le più utilizzate per i servizi di newsletter), per mantenere un contatto costante con i propri clienti, possono rivelarsi utili ed efficaci. Così come attivare rubriche di informazione e approfondimento sui propri canali social oppure su portali web, carta stampata e tv, può aiutare a porre le basi per un nuovo dialogo basato sulle conoscenze e competenze, e sullo scambio di informazioni con i clienti, che diventano protagonisti del processo di comunicazione. In questo senso, per restare in contatto, la pubblicazione di un articolo, unita alla sua diffusione tra i propri contatti/clienti attraverso gli strumenti di messaggistica, può portare sicuramente un vantaggio al professionista/imprenditore. Se pensiamo che la maggior parte degli imprenditori delle PMI sono anche i migliori commerciali delle stesse aziende, si può comprendere facilmente l’impatto positivo di lavorare sul proprio personal branding e sulla costruzione giorno dopo giorno di relazioni autentiche con i clienti.
Il passaparola resta ad oggi il miglior strumento di marketing, soprattutto in un’epoca “digitalizzata”. Alimentarlo, attivando comportamenti di comunicazione virtuosi, rappresenta l’opportunità migliore da cogliere in questo periodo.

Di Giuseppe Alviggi