Fonte: www.governo.it

Nella conferenza stampa di oggi pomeriggio, il premier Mario Draghi ha chiesto pubblicamente scusa per “aver sottovalutato le attese sulla conferenza stampa sul decreto”, non predisposta, a suo dire, per fattori di “contingenza”.
Draghi ha compreso di aver sbagliato i tempi della comunicazione e di aver subito passivamente l’incontrollato flusso social/mediatico negativo legato alla mancanza di chiarezza sul decreto, in un momento storico caratterizzato da incertezza e confusione. Motivo per cui oggi è stata indetta la conferenza stampa risolutrice, la “toppa del buco”.
Al premier va riconosciuta l’onestà intellettuale e l’intelligenza di aver chiesto scusa, scelta di comunicazione non usuale nel nostro Paese.
Tutto ciò dimostra ancora una volta la necessità di pensare alla “comunicazione” e ai suoi processi come a un elemento fondamentale per la sopravvivenza e la crescita di un’organizzazione, e non a un orpello o un’attività collaterale.
Perché anche “non comunicare” è una scelta che, in alcuni casi, può innescare una crisi.

 

Di Giuseppe Alviggi