La teoria del “Doppio Brand” – impresa/imprenditore professionista/studio professionale

Antonio Vitolo

Molto spesso, se parliamo di PMI (piccole e medie imprese) o di studi professionali (es. studi legali, studi di architetti, studi di dottori commercialisti), scindere l’immagine dell’azienda o dello studio (soggetto giuridico) che rappresentiamo dall’immagine del professionista o dell’imprenditore è un grave errore.

La teoria da me definita del “Doppio Brand” vuole porre l’attenzione proprio su questa tematica. L’immagine dell’imprenditore e/o professionista e l’immagine dell’azienda e/o studio professionale sono strettamente collegate. L’una non può fare a meno dell’altra. Quando parliamo di studi professionali o di piccole e medie imprese, i loro valori e competenze, in sintesi, il loro posizionamento, passano inevitabilmente dalla valutazione delle persone fisiche che li rappresentano. A differenza delle grandi aziende, immaginiamo le grandi case automobilistiche, le grandi compagnie telefoniche oppure le aziende di produzione di hardware e software, per lo più multinazionali, con un’identità e un posizionamento che prescinde quasi completamente dalla governance del momento, tutte le altre realtà aziendali e professionali inevitabilmente sono strettamente collegate all’immagine e alla percezione del proprio management che si ha all’esterno (mercato).

Se questo è vero, allora si apre un’atra riflessione. Fare marketing per un brand aziendale o per uno studio professionale non basta? Oppure, meglio dire che fare marketing per una di queste realtà deve inevitabilmente anche coinvolgere le persone che le rappresentano?

Nella pianificazione delle strategie di marketing da attuare, le persone, l’emersione delle loro competenze e dei valori che le contraddistinguono, svolgono un ruolo molto importante per il successo dell’azienda/studio professionale e per l’affermazione di un loro posizionamento. Nel marketing e nella comunicazione, una delle principali parole chiave è “coerenza”. Tutto racconta di noi. L’immagine coordinata, ovvero il vestito che mettiamo alla nostra azienda o al nostro studio è composto da tanti elementi che debbono essere tutti coordinati e coerenti tra loro e con quello che vogliamo si percepisca di noi all’esterno. Naming, logo aziendale e l’applicazione di questo su tutti i mezzi/strumenti di comunicazione, biglietto da visita, carta intestata, sito internet, social network, gli ambienti di lavoro, uffici, opificio ecc. sono fondamentali almeno quanto chi poi a questo tipo di aziende/studi professionali dà voce, ovvero le persone.

In un’epoca in cui deve raccontare una storia che trascende dal marketing tradizionale e di prodotto, lo storytelling, definito da molti come l’arte del narrare, ricopre un ruolo importantissimo per far conoscere le aziende e i professionisti, differenziandoli dagli altri. Allora abbiamo bisogno di contenuti, che più sono originali e coerenti e più funzionano.

Da qualche anno si parla molto di personal branding, ovvero gestire la propria immagine in modo coerente con il posizionamento ricercato. Farsi conoscere nel modo giusto non è un esercizio semplicissimo. Oggi le notizie viaggiano a una velocità inimmaginabile. I social network e tutto quello che può essere ospitato sul web sono un mezzo con enorme potenzialità di diffusione. Allora come fare? La parola d’ordine è “strategia”. Costruire intorno a noi una rete di contenuti e relazioni, mettendo in risalto i nostri punti di forza, le nostre competenze e i nostri valori, anche etici. Quando comunichiamo, non dobbiamo mai perdere di vista il nostro ruolo, chi rappresentiamo, a chi inevitabilmente siamo associati, in sintesi, il brand al quale apparteniamo.

Di Antonio Vitolo